Pompei, la “città sepolta” più viva che mai

Di tutte le catastrofi che si sono abbattute sul mondo, nessuna ha procurato tanta gioia alle generazioni  successive” .

(Viaggio in Italia, Wolfgang Goethe)

Pompei nasce intorno alla fine del VII sec. a. C. dalla fusione di popolazioni autoctone, Etrusche e Greche. Verso la fine del V sec. a. C., i Sanniti, provenienti dai monti del Sannio e dell’Irpinia, si spinsero in direzione del mare conquistandola. E’ a partire da questa età che la città subisce un notevole incremento demografico e una conseguente espansione urbanistica. Vennero costruiti ed abbelliti edifici pubblici, e anche l’edilizia privata ebbe molto sviluppo. Tale crescita e monumentalizzazione prosegue, e raggiunge il suo apice con la sottomissione a Roma, quando, dopo essersi ribellata ad essa nell’89 a. C., fu assediata da Silla che, nell’80 a.C., vi stanziò una colonia. La città prese allora il nome di Cornelia Veneria Pompeianorum. Fu un periodo di massimo splendore e di tanta ricchezza. Vennero edificate nuove costruzioni e l’espansione continuò in direzione della Via dell’Abbondanza, cioè verso la zona orientale, e verso quella più panoramica, la zona occidentale. La vita scorreva tranquillamente quando, nel 62 d. C., la città e l’intera area vesuviana furono scosse da un violento terremoto. Poi, a breve distanza di tempo il tragico epilogo: l’eruzione del Vesuvio. Era 79 d. C.: Pompei fu distrutta per sempre, sommersa da una violenta pioggia di cenere e lapilli che la coprì per circa sei metri di altezza. Così scrisse Goethe: “Di tutte le catastrofi che si sono abbattute sul mondo, nessuna ha provocato tanta gioia alle generazioni future”.

Per noi è suggestivo scoprire la città percorrendone le sue arterie principali, come la Via dell’Abbondanza, un tempo la strada più trafficata che conduceva al Foro, alla zona dei teatri e al Tempio di Iside, alle Terme Stabiane, e, dalla parte opposta, alla Palestra e all’Anfiteatro. Su di essa si affacciavano residenze e numerose botteghe: dal laboratorio dove si lavorava il feltro e si realizzavano tessuti e calzature, come l’Officina di Verecundus, alla lavanderia dei panni, come la Fullonica di Stephanus, e ai thermopolia, locali in cui si servivano bevande e cibi caldi e presso cui si era soliti pranzare: una sorta di “fast-food”,come il Thermopolio di Asellina, di Vetutius Placidus.
La vivacità della città è testimoniata anche dalle insegne delle stesse botteghe, dai manifesti elettorali affrescati sulle pareti e dalle numerose iscrizioni relative a poesiole o a imprecazioni.

Ma Pompei è così estesa e completa che percorrendo anche le strade secondarie si va comunque incontro a tante sorprese. Completa si, perchè non le mancava proprio nulla. La funzionalità e l’efficienza si univa sempre alla raffinatezza e ad un ricercato gusto estetico: basterebbe ricordare le eleganti decorazioni in stucco delle Terme del Foro e di quelle Stabiane, e l’avanzato e sorprendente sistema di riscaldamento dei loro ambienti, con le suspensurae e la concameratio. E si pensi anche alla perfetta acustica del Teatro e dell’ Odeion. Non vi è inoltre altra area archeologica da cui sia giunta a noi una così grande quantità di affreschi, che sono una preziosa miniera di informazioni. I temi infatti sono i più disparati: paesaggi, mitologia, costumi, mestieri, nature morte, riti sacri.

Questi affreschi, così armoniosi nell’insieme, adornavano sia edifici privati che pubblici, vivacizzandoli con colori forti e luminosi, come il famoso rosso pompeiano, il giallo, l’azzurro, il verde. Affreschi che tutt’ora hanno la capacità di deliziare la vista e stupire per la loro modernità.

Addentrandosi nelle case è possibile farsi una chiara idea sulla tipologia delle stesse, sulla dimensione e sulla varietà degli ambienti. Notevoli sono gli esempi di ricche domus: del Fauno, del Poeta tragico, degli Amorini, dei Vettii, del Menandro, che sono solo alcuni esempi che lasciano immaginare l’alto tenore di vita, la ricchezza e il lusso esasperato delle stesse.

Pompei è una città che si mostra in tutti i suoi aspetti, anche i più intimi, come il lupanare, che tra le sue pareti conserva ancora le consumate storie di amore e di piacere.

Pompei, un viaggio lungo 2000 anni…

DURATA DELLA VISITA GUIDATA CIRCA DUE ORE .TOUR ABBINABILE IN GIORNATA CON ALTRI.

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